Descrizione
60 Compresse da 500 mg. di cui 400 mg. di estratto secco titolato 3% in Iperforina.
Azione fisiologica – Da millenni (sono descritte le proprietà della pianta e di un certo numero di varietà e specie affini, nella “Materia Medica” di Dioscoride, che – come è noto – nel I° sec. d.C. raccoglie le conoscenze farmacologiche di area mediterranea risalenti a loro volta ad epoche ancora precedenti) la droga è utilizzata per il suo straordinario potere cicatrizzante ed antiinfiammatorio nell’uso esterno. In realtà molti dei sinonimi greci della pianta fanno riferimento a queste eccezionali proprietà: “androsaemon” (= sangue umano), “corion” (= cuoio, ma per estensione la superficie cutanea) ed anche “chamaepytin” (= che somiglia al Pino – per l’odore resinoso, legato alla presenza di pineni nell’olio essenziale).
In epoche recenti, con le modalità tipiche della scienza moderna, tutte le proprietà attribuite dagli antichi alla pianta sono state confermate e con dovizia di dati farmacologici e clinici.
Ma non basta; agli inizi degli anni ’80, sono state evidenziate altre interessanti proprietà nell’uso interno della droga e dei suoi derivati ricchi (o arricchiti con particolari tecniche estrattive) di un particolare gruppo di principi attivi (i derivati naftodiantronici).
La droga contiene una varietà di sostanze attive che concorrono alle sue meravigliose virtù:
derivati naftodiantronici in forma glicosidica, che possono raggiungere una concentrazione che va dal 0,1 al 0,3% (ipericina, pseudoipericina, isoipericina, protoipericina); flavonoidi (anche questi in elevatissima concentrazione: dal 0,5 all’ 1%, come l’iperoside, il rutoside, la I 3,II 8-biapigenina – biflavone); modesta ma significativa concentrazione di un olio essenziale (2-metilottano, n-nonano, n-undecano, pineni, cariofillene, umulene, ottanale, decanale ed altri componenti minori); prenilfloroglucinoli (3%, soprattutto come iperforina); tannini catechici (che raggiungono concentrazioni dall’8 al 12%);
flobafeni, steroli, triterpeni.
L’ ipericina isolata o in estratti altamente purificati, ha mostrato una rilevante azione IMAO (inibitrice delle monoaminoossidasi A e B); vale a dire che essa inibisce una importante attività enzimatica, cioè quella che porta alla degradazione di quelle che vengono in chimica farmaceutica definite “monoamine” e cioè le catecolamine (adrenalina e nor-adrenalina) e la serotonina, che è uno dei principali mediatori chimici responsabili di molte funzioni neurali.
L’effetto finale è antidepressivo e di netto miglioramento dell’umore; nei soggetti malinconici, depressi, introversi, ansiosi e preoccupati, l’assunzione di estratti concentrati in ipericina, può rappresentare una vera e propria “ancora di salvezza”, soprattutto se associata ad altre sostanze ad azione sinergica.
I flavonoidi possono concorrere al miglioramento dell’umore in quanto possiedono una rilevante azione diuretica e colecistocinetica, attraverso la quale si attiva la detossicazione dell’organismo; è difatti noto che lo stazionamento nel circolo sanguigno di scorie metaboliche non espulse, aggrava molte sindromi depressive ed il conseguente “cattivo umore”.
L’iperforina, prenilfloroglucinolo – analogo agli acidi floroglucinolici amari, presenti nel Luppolo – conferisce ai preparati una intensa azione antibiotico-simile su molti ceppi batterici.
La sinergia tra ipericina (ed analoghi), tannini ed alcuni componenti dell’olio essenziale garantisce l’azione cicatrizzante ed antiinfiammatoria, favorendo inoltre la granulazione e la riepitelizzazione; tale sinergia possiede anche una ottima azione antisettica, che ne permette l’impiego nell’uso esterno, in ferite, piaghe ed ustioni (che è, come abbiamo visto l’impiego più antico e tradizionale.
Ma la sinergia sopra accennata può essere vantaggiosamente sfruttata anche nell’uso interno, nel trattamento dell’ulcera gastrica e gastro-duodenale e nelle coliti ulcerose.
Recentemente è stata rilevata una importante azione multipla nel trattamento di molte forme virali (tra le quali perfino quella da HIV, che – ovviamente – rimane a tutt’oggi a livello sperimentale): i preparati a base di Iperico agiscono sia interferendo con la replicazione dell’acido nucleico virale, sia incrementando l’attività del sistema immunitario. L’ incremento dell’attività immunitaria è utilizzabile in molte altre sindromi infettive o che comunque richiedano – anche a scopo preventivo – un aumento delle naturali difese dell’organismo.
Associazioni: come effetto antidepressivo è opportuna l’associazione alle compresse a base di Ginseng, Eleuterococco, Astragalo, ai MG di Ribes nigrum, Betula verrucosa semi e Rosmarinus officinalis.
Nel trattamento dell’ulcera gastrica e gastroduodenale è indispensabile associare l’Iperico al gemmoderivato di Ficus carica.
Come stimolatore immunitario è utile l’associazione con le compresse di Astragalo, di Eleuterococco, di Ginseng, di Echinacea, di Uncaria, oppure con le loro soluzioni idroalcoliche .
Modalità di assunzione: 2 compresse al mattino e 1 al pomeriggio.
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